Nodo alla gola | la coincidentia oppositorum degli uomini piccoli

Nodo alla gola | la coincidentia oppositorum degli uomini piccoli

“Brandon, fino a questo preciso momento, questo mondo e i suoi abitanti sono stati sempre oscuri e incomprensibili per me e io ho cercato di trovare la strada giusta con la logica e con la mia intelligenza.
Tu questa sera mi hai rigettato le mie parole sulla faccia e avevi ragione, se non altro un uomo deve tenere fede alle proprie teorie. Se non che tu hai attribuito alle mie parole un significato che io non ho mai sognato ed hai cercato di contorcerle a modo tuo per trovare una giustificazione al tuo nefando operato. Ma non erano concepite in questo senso e non potrai usarle a tua scusa. Ci deve essere stato qualcosa di profondo dentro di te fin dal giorno della nascita che ti ha portato a questo, ma c’è sempre stato qualcosa di congenito in me che non mi avrebbe mai permesso di farlo e non mi permette ora di rendermene complice. Voglio dire che questa sera, mi hai fatto vergognare di tutti i concetti da me elaborati su quello che è bene e quello che male. Ma ti ringrazio di questa vergogna perché ora comprendo che ognuno di noi è un essere distinto.” (Rupert Cadell)

nodo alla gola“Nodo alla gola” viene sempre annoverato tra i film “minori” di Alfred Hitchcock ed è stato addirittura etichettato come “un esperimento fallito”, dal regista stesso, me ciò non toglie che resta un film potente e moderno, che ancora oggi, dopo ben 71 anni, ha ancora qualcosa da insegnarci.

Il film è senza dubbio interessante anche dal punto di vista visivo: è girato in otto sequenze di dieci minuti l’una, ed è il primo film di Alfred Hitchcock a colori, meravigliosamente fotografato da Joseph Valentine e William V. Skall.

“Nodo alla gola”, tratto dall’opera teatrale inglese Rope di Patrick Hamilton, a sua volta ispirata a un fatto di cronaca americana degli anni ’20, racconta di due ragazzi spregiudicati, due intellettuali dell’alta società, i quali hanno programmato un piano diabolico. Brandon e Phillip (John Dall e Farley Granger), infatti, vogliono spingersi al di là del bene e del male, secondo la propria contorta e limitata visione amorale.

Per raggiungere tale obiettivo, i due decidono di spingersi a compiere l’atto più temuto e condannato dalla società di ogni epoca: l’omicidio. Ma non solo, i due ragazzi non si accontentano di uccidere ma decidono di nascondere il cadavere del loro amico David dentro ad una cassapanca,  e servire cibo e bevande per la festa che hanno in programma lo stesso pomeriggio, come nulla fosse. Questo crea un inquietante senso di suspense macabra, in quanto, fin dall’inizio, costringe gli spettatori a condividere il terribile segreto dei due assassini per tutta la durata del film.

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Ma proprio grazie a questa sorta di “condivisione intima”, durante lo svolgimento della festa, lo spettatore può rendersi conto quanto i due assassini in realtà siano uomini piccoli e meschini, e di come l’assassinio che per loro dovrebbe rappresentare un vero e proprio “rito di elevazione” al di là del bene e del male, li confermi in realtà essere dei poveri nevrotici, insicuri e gelosi.

Guidati dal bisogno di approvazione e compiacimento, un bisogno cieco e acefalo che li spinge al punto di stringersi il “nodo alla gola” con le proprie mani, facendosi scoprire dal loro professore universitario, Rupert Cadell (magnificamente interpretato da James Stewart) nel tentativo di conquistare la sua complicità.

“Tu hai commesso un reato che ti pone allo stesso livello del peggiore dei delinquenti […] resta il fatto che è scomparso un essere umano che avrebbe potuto vivere e amare come tu non hai mai saputo e come non saprai mai” (Rupert Cadell)

Il film, mostra così il tragico ritratto del loro fallimento culturale e umano. Non solo i due protagonisti si rivelano essere dei “superuomini falliti”, ma diventano anche emblema della Vanitas Vanitatum. Brandon e Philip, in fondo, tramite le loro azioni sconsiderate cercano di dare senso alle loro misere vite, illudendosi però di essere liberi e superiori agli altri.

In quest’ottica, il “nodo alla gola”, è la consapevolezza finale che non c’è assolutamente nessuna differenza tra “il gregge”, “il borghese” o “il mediocre” che segue la legge morale solo per convenzione e coloro che la infrangono per nascondere agli altri e soprattutto a se stessi, la medesima natura.

“La legge morale non è semplicemente un malanno verso il quale ci si dovrebbe ribellare, ma una necessità che viene prodotta dal bisogno più intimo dell’uomo. La legge morale non è altro che una manifestazione dell’innato impulso dell’uomo a sottomettere e domare sé stesso. Quest’impulso alla domesticazione, o alla civilizzazione si perde negli impenetrabili e nebulosi abissi della storia dell’evoluzione e non può perciò mai e poi mai esser pensato come la conseguenza di una legislazione imposta dal di fuori. L’uomo stesso, obbedendo ai suoi istinti si è creato le sue leggi.” (C. G. Jung, conferenze del 1912)|


Titolo originale | Rope
Regia | Alfred Hitchcock
Anno | 1948
Durata | 80 min

 

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