Al Franco Parenti, che domande.

Ecco dove sei andato, Emmanuel Carrère, l’altroieri. Eravamo tutti li’, stipati e sold out, a pendere dalle tue labbra parigine laureate a Sciences Po per un’asciutta ora di presentazione – un palco illuminato e sopra tre sedie, saturo di parole francesi e eleganza e traduzioni eleganti di parole francesi.

Mi c’ha portato il capo, a questa serata per intello-chic che dichiarano guerra alla depressione della domenica sera  – “Propizio e’ avere ove recarsi” sta li’, sulle vetrine materiche delle librerie di Roma centro e sui preferiti di Amazon, a tentarmi spudoratamente da qualche giorno. Quale migliore occasione per mettere mano su questa piccola opera d’arte editoriale, della Collana dei Casi. Ed eccoci li’, fra studentelli di relazioni internazionali, signore in pelliccia fuori stagione, professionisti dell’editoria che sanno a memoria i Baustelle, e – come rossa ciliegina su questa torta di cupcakes di sinistra – Ornella Vanoni che sventola gin tonic e barboncino.

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Cos’hanno i libri di Carrère? Da dove scaturisce la fascinazione – in tutta onesta’, non ne ho idea. Sara’ il disincanto, sara’ la ferocia – sara’ una congenita assenza di diplomazia? Che ogni sua storia e’ storia a meta’ – abile mixologia di cronaca e confessioni, trucioli d’autobiografia, periodi taglienti che testano la mediocrita’ del lettore in modo direttamente proporzionale al montare del suo imbarazzo. E’ colpa sua se ho perso la testa per Limonov – e se ho perso ancora piu’ tempo a leggerne le opere che, in ulteriore tutta onesta’, sono molto peggio della sua biografia disonesta.

Cosa racconta, Carrère, di se stesso? Andrea Bajani lo intervista con perizia, Sonia Folin lo traduce con innata classe. Condivide con noi che lo guardiamo, dai comodi sedili a scalare di un teatro dove pare sempre giorno, quel sottile meccanismo di astrazione che l’ha portato a costruire – accanto alle storie che ha raccontato su tante belle e spesse pagine Adelphi (Roberto Calasso, nume tutelare e garanzia dei migliori spezzoni delle nostre librerie, sta da qualche parte li’, nelle prime file, ad ascoltare) – quella figura preda della virtualita’ che e’ l’Emmanuel Carrère personaggio, piu’ indiscreto di quello vero, piu’ acuto di quello vero, piu’ meschino di quello vero, piu’ bello di quello vero. Ci racconta Carrère del precario equilibrio fra se’ di carne e se’ di carta, e se’ figlio di una delle piu’ illustri studiose di Francia, di se’ scrittore a volte alle strette e di se’ autore senza alcuna piu’ creativita’, in crisi mistica di fronte a un titolo che non viene e un libro che si deve stampare subito. E’ l’I Ching, infatti, ad avergli detto, chiaro e tondo, che destino di nomenclatura affidare alla sua ultima opera: propizio e’ avere over recarsi.

Cosa racconta Carrère, nel suo ultimo libro? Praticamente, di tutto. Dentro ci stanno cronache giudiziarie di sperduti tribunali d’oltralpe. Interviste a Catherine Deneuve brutte, ma brutte. Cosiderazioni su sesso tsunami la Russia Epepe Capote le mogli le madri ingombranti i baffi di Limonov la vita di Turing la Romania nella primavera del 1990 Matrix Balzac tradimenti barbiturici lettere a Michele Deon. Articoli accorati a genitrici di figli assassini, in visita alla Corte d’Assise. Ma dentro, dietro il velo pulp di tutte queste questioni, c’e’ una voce limpida che ti para davanti l’uomo che scrive, e te lo para davanti col cuore scoperto: sei sicuro, Emmanuel, di non essere, in fondo in fondo, il clone genetico del personaggio che dici di aver costruito?

Forse, in fondo in fondo, questo sei davvero tu. E mi piaci tantissimo.

 

“Questa cronaca ha scoraggiato Fiona a tal punto da mettere fine alla mia collaborazione con Flair, e piu’ o meno consapevolmente e’ per questo che l’ho scritta: ne avevo abbastanza. In seguito ho scoperto che quelle eiaculazioni femminili, che i siti porno chiamano squirting, fanno la felicita’ di moltissimi appassionati – e, quando capita, anche la mia.”

(da “Nove cronache per una rivista italiana”, pp. 152 -177)

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Autore: Emmanuel Carrère

Titolo: Propizio e’ avere ove recarsi

Editore: Adelphi

Pagine: 426

Prima pubblicazione: Febbraio 2017

 

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